Perché la SEO non è morta e non morirà mai, ma a farla morire sono solo alcuni SEO Specialist
Lentamente muore
chi diventa schiavo delle metriche,
ripetendo ogni giorno
le stesse verifiche,
chi non cambia strategia,
chi non rischia e cambia colore del template,
chi non parla a chi non fa SEO.
Muore lentamente
chi evita un link non tematico,
chi preferisce il controllo sulla creatività
e il conteggio delle "keywords" piuttosto che
un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno fidelizzare gli utenti,
quelle che fanno di un contenuto un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti al monitor e al form di contatto.
Lentamente muore
chi non capovolge il sito web,
chi è infelice sul lavoro
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un posizionamento,
chi non si permette almeno una volta nella strategia di fuggire ai consigli
dei ‘guru’.
Lentamente muore
chi non naviga,
chi non legge,
chi non ascolta musica in streaming,
chi non trova grazia nel codice HTML.
Muore lentamente
chi distrugge il lavoro dei colleghi
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi dei propri clienti
o della concorrenza incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di ottimizzarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte professionale a piccole dosi
ricordando sempre che essere SEO
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
ottimizzare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento
di una splendida SERP.
Ricordiamo la poesia originale 'Lentamente muore' di Martha Medeiros inserendo questo 'coraggioso'
link non tematico rispetto ai contenuti del sito web e privo di attributo rel 'nofollow'.
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per salvarlo dalla morte professionale.